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Doping

Doping

Un atleta vuole vincere sempre, questo fa parte della mentalità, ma, spesso, è anche sottomesso a pressioni sociali ed economiche.
Il mondo dello sport è dunque confrontato al problema del doping da diversi decenni, e il ciclismo non fa eccezione.

Al di là di questo, tutte le fasce della società ricorrono facilmente all’uso di medicine. Partiamo tutti dal principio che una piccola pillola possa far miracoli.

Così si comincia facilmente a doparsi per migliorare le proprie prestazioni sportive. Spesso l’atleta si ritrova invischiato in questo meccanismo senza capire veramente il rischio a cui si espone, dal lato sanitario così come dal lato etico. In fin dei conti, è allo sport che si fa del torto.  

Bisogna distinguere tra uso di sostanze e di procedure proibite nel quadro di una competizione sportive o al di fuori di questo quadro. I primi controlli anti-doping al di fuori di una competizione sportiva risalgono al 1978, e sono stati instaurati dal Comitato Olimpico Internazionale Belga (COIB).
La regolamentazione del COIB in materia di doping fu fissata alla fine degli anni ‘80 e servì da base per l’accordo sottoscritto dal Comitato Internazionale Olimpico e le federazioni sportive olimpiche (Barcellona, 1989) per avere un’unica lista di prodotti dopanti e per fissare le procedure e le sanzioni da applicare al livello internazionale.

Dato il fatto che vengono creati sempre nuovi farmaci, la lista dei prodotti dopanti viene costantemente aggiornata. Queste liste vengono allora pubblicate ufficialmente.

Esistono vari modi di somministrare i prodotti dopanti: per via nasale, orale, sublinguale, rettale, intramuscolare, intra articolare, sottocutanea, intravenosa o per inalazione. La velocità e la misura in cui la sostanza ha effetto dipende dalla modalità di somministrazione.

Ai giorni nostri, gli atleti sono seguiti da vicino e vengono regolarmente controllati così come tutto ciò che ruota attorno a loro. Si rischia la sanzione non solo se si assumono prodotti dopanti, ma anche se ci si rifiuta di sottomettersi ad un controllo anti doping.  

In caso d’infrazione, le sanzioni variano dall’esclusione dalla competizione alla squalifica ed anche delle pene di prigione.

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